Dal 30 giugno i cittadini potranno conoscere i rapporti di natura economica e scientifica tra i medici e le aziende produttrici di farmaci. Si tratta del Disclosure code, il codice sulla trasparenza della Federazione europea delle Associazioni e delle Industrie farmaceutiche, che entrerà in vigore alla fine del mese in Italia e in tutti i 33 Paesi aderenti alla Efpia, che vanno dal Portogallo alla Russia, dalla Turchia all’Islanda e dalla Grecia alla Scandinavia. L’obiettivo? “Avere medici più preparati e farmaci migliori”, ha detto ieri il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, durante la conferenza stampa al ministero della Salute alla quale ha preso parte il ministro Beatrice Lorenzin, e in rappresentanza dei medici, Cosimo Nume, responsabile Area Comunicazione di FnomCeo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
CHE COS’È IL CODICE EFPIA
Entro il 30 giugno le imprese farmaceutiche aderenti a Farmindustria pubblicheranno i nomi dei professionisti e delle organizzazioni che nell’arco del 2015 hanno collaborato con loro, nonché i pagamenti effettuati a loro favore. I dati verranno trattati nel pieno rispetto della normativa italiana sulla privacy e riguarderanno solo i medici che hanno firmato il loro consenso, dicono gli addetti ai lavori.
Il codice interviene su una disposizione già presente nei codici deontologici dei medici e delle aziende del settore: “Non è un punto di partenza ma di arrivo – ha detto Nume – perché realizza qualcosa già presente da 50 anni nel codice deontologico medico e lo fa sfruttando un periodo propizio, quello in cui il web offre delle vetrine dalle quali far emergere ciò che di positivo la classe medica fa”.
“Stati Uniti e Francia lo fanno per legge. A noi non lo ha imposto nessuno”, ha detto Scaccabarozzi precisando che anche per il loro settore l’iniziativa si inserisce in quadro di regole deontologiche che già prevedono controlli rigorosi effettuati da organismi terzi presieduti da magistrati indicati dal Presidente della Corte di Cassazione”.
QUALI DATI SARANNO PUBBLICATI
A partire da quella data sarà possibile leggere sui siti web delle aziende farmaceutiche i dati relativi alla partecipazione a convegni e seminari, compresi eventuali oneri per i relatori, consulenze scientifiche e comitati consultivi. A queste informazioni si aggiungono le sovvenzioni ricevute dai medici per ricerca e sviluppo di nuovi farmaci attraverso studi clinici condotti negli ospedali, nelle università e nelle strutture sanitarie pubbliche e private che verranno pubblicate però in forma aggregata, in quanto regolate da norme precedenti.
IL COMMENTO DEL MINISTRO
“È importante rendere questi rapporti trasparenti perché sono positivi”, ha detto il ministro Lorenzin nell’incontro organizzato a Lungotevere Ripa sottolineando che il Disclosure Code è in “linea con il lavoro fatto con il presidente Raffaele Cantone sull’anticorruzione, su cui applichiamo protocolli da mesi”.
“La trasparenza è oggi un principio ispiratore delle nostre azioni, nell’interesse pubblico, per instaurare un rapporto franco con i cittadini, non in chiave inquisitoria, ma rendendo plastici i rapporti fra istituzioni pubbliche e private – ha aggiunto il ministro -. È la vera arma contro qualsiasi forma di opacità, da quelle più innocue a quelle che portano a fenomeni distorsivi. In questo settore abbiamo due elementi- ha aggiunto Lorenzin – : da una parte il bisogno di un cambiamento di modello, che richiederà sempre più un coinvolgimento degli operatori, dall’altro la necessità di allargare l’accesso alle informazioni dei cittadini. Rendere pubblica questa collaborazione eviterà fenomeni distorsivi ma soprattutto aiuterà il settore a diffondere una consapevolezza su come nasce un farmaco, chi è coinvolto e quanto studio c’è dietro ogni innovazione in campo medico”.
LA RISPOSTA DELLE AZIENDE E DEI MEDICI
Votato all’unanimità dalle aziende della Federazione italiana delle imprese del farmaco, il codice ha trovato il favore anche dei medici. Secondo i dati anticipati da Scaccabarozzi sarebbe già il 70% della categoria ad aver dichiarato il proprio consenso alla pubblicazione dei dati. “La classe medica ha recepito molto bene questa iniziativa, ben oltre le nostre aspettative. Non è mai piacevole rendere conto del proprio salario, e chi lo fa, lo fa con un grande senso di responsabilità”, ha detto il presidente di Farmindustria.
“Come federazione – ha aggiunto Nume – sosterremo il codice di trasparenza sottolineando ai medici che è una grande opportunità per rafforzare il rapporto di fiducia con i pazienti. Il dato del 70% è interessante, ma saremo soddisfatti solo quando arriveremo al 100% dei consensi”.
TRASPARENZA VS PRIVACY
Il codice sulla trasparenza prevede che ciascuna azienda del farmaco informi il medico con il quale ha avuto rapporti di collaborazione circa l’intenzione di pubblicare le informazioni suddette. Toccherà al medico decidere se dare o meno il proprio consenso. La categoria infatti potrà fare appello alla legge sulla privacy che tutela la raccolta e l’uso dei dati personali. In questo caso – ha assicurato il presidente di Farmindustria – i dati saranno comunque pubblicati sul sito aziendale delle singole imprese in forma aggregata, nel quale verrà specificato il numero dei professionisti che hanno negato il loro consenso e l’ammontare dei contributi ricevuti.
L’AUT AUT
Farmindustria e le organizzazioni che rappresentano medici e farmacisti potrebbero imporre ai loro iscritti di aderire in forma pubblica al Codice di trasparenza per raggiungere la totalità delle adesioni così come proposto da CittadinanzaAttiva? “Sara lasciato alla libertà delle aziende deciderlo”, ha detto Scaccabarozzi a riguardo.
L’idea di Tonino Aceti, responsabile nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva è in realtà un aut aut: “Mi aspetto che in un futuro molto vicino le stesse industrie si impegnino a cambiare la propria politica nei confronti di coloro che hanno scelto di non comparire. Perché, a questo punto, se qualcuno non intende comparire – si allude al fatto che i medici potranno avere la possibilità di non concedere la pubblicità delle informazioni in questione – qualche domanda, come associazione di cittadini, me la devo porre”.
Valeria Covato – 17/06/2016 – Formiche.net
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