Le nozze da 160 miliardi di dollari tra Pfizer e Allergan continuano a far discutere negli Stati Uniti. L’accordo, strutturato come un ‘reverse merger’, con l’azienda più piccola, Allergan con base a Dublino, che compra l’americana Pfizer, ha provocato seri mal di pancia nei lobbisti del farmaco a Washington, che confidano le loro preoccupazioni – dietro il più stretto anonimato – al ‘New York Times’.
Il dipartimento del Tesoro di Obama ha cambiato due volte norme fiscali per dissuadere le “inversioni aziendali”, e ora repubblicani e democratici premono per una riscrittura fiscale allo scopo di contrastare questi accordi, che fanno sfumare entrate miliardarie per il Fisco. Dopo l’intesa fra i due gruppi annunciata nei giorni scorsi, nel pharma non mancano le preoccupazioni per le possibili ripercussioni.
“Questa cosa di Pfizer è gigantesca, credo che potrebbe cambiare il corso della storia per l’intero settore”, spiega un componente di uno dei principali gruppi di pressione in un’intervista. “Pfizer ci ha dato una zappa sui piedi collettiva”. L’industria del farmaco da anni investe nell’attività di lobbying. Ma ora una serie di cause penali, multe da miliardi di dollari e scandali hanno inciso sulla sua reputazione.
E i prezzi – dopo il caso Turing, che aveva ritoccato un farmaco vecchio di 62 anni facendolo passare da 13,50 a 750 dollari a pasticca in una notte – sono diventati un grande problema politico. Le persone, insomma, sono arrabbiate. E sono loro che votano. A Washington si prospettano tempi difficili anche per i lobbisti del farmaco.
Margherita Lopes – 30 novembre 2015 – PharmaKronos
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N.B.: Nella foto Sally Susman capo lobbysta di Pfizer