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Perché l’amicizia sul posto di lavoro è diventata un’ossessione per le imprese?

Una grande azienda farmaceutica americana si era resa conto che i dipendenti del marketing e del reparto vendita avevano rapporti molto freddi tra loro. Aumentando le occasioni per instaurare una conversazione fuori dall’orario di lavoro sono cambiati i paradigmi delle relazioni lavorative. Le aziende in cui i dipendenti lavorano meglio, sia in termini quantitativi che in termini qualitativi, sono proprio quelle in cui ogni singolo membro si sente a proprio agio e ha un buon rapporto con i colleghi.

Lucia Gabani, L’Huffington Post, Pubblicato:

Connecting PerspectivesGli esperti di risorse umane e d’intelligenza emozionale del 21esimo secolo sono d’accordo sul fatto che un ambiente di lavoro cordiale e amichevole permetta ai lavoratori di lavorare di più e meglio.

Negli uffici dove i colleghi riescono ad instaurare delle relazioni di amicizia l’ambiente è più produttivo: i problemi si risolvono in meno tempo, i risultati sono migliori perché avendo delle relazioni più cordiali, i collaboratori riescono ad essere più creativi.

Jordi Robert-Ribes è il fondatore del Connecting Perspectives, un team di professionisti nelle risorse umane, ha raccontato a S Moda del quotidiano spagnolo El País che una grande azienda farmaceutica americana si era resa conto che i dipendenti del marketing e del reparto vendita avevano rapporti molto freddi tra loro. L’azienda ha allora provveduto riducendo il numero delle macchinette del caffè: anziché una macchinetta ogni sei lavoratori ne è stata messa una ogni 150. A quel punto se i lavoratori dei due diversi settori non si fossero frequentati fuori dagli orari di lavoro, avrebbero avuto, tra un caffè e l’altro, l’occasione di instaurare una conversazione.

Sono cambiati i paradigmi delle relazioni lavorative: se in passato la competitività era uno stimolo per far emergere il meglio di ogni lavoratore, oggi la parola chiave è collaborazione. Le aziende in cui i dipendenti lavorano meglio, sia in termini quantitativi che in termini qualitativi, sono proprio quelle in cui ogni singolo membro si sente a proprio agio e ha un buon rapporto con i colleghi.

Il dottor Robert-Ribes ha spiegato il perché: “ognuno di noi vede il mondo attraverso un filtro, questo significa che perdiamo molte cose. Pertanto, è essenziale parlare con gli altri e condividere le proprie esperienze e i punti di vista fuori della nostra zona di comfort”.

La giornalista di S Moda di El País ha riportato le storie di due lavoratori che possono confermare quanto sostenuto dal dottor Robert-Ribes:

Elena (il nome è di fantasia) ha 43 anni e due figli, ma pochi mesi fa si è resa conto di avere un serio problema: un’eccessiva dose di stress derivante principalmente dal suo lavoro. Come lei stessa racconta, sta attraversando un momento personale molto delicato, ma quando le viene chiesto perché non lascia il suo posto di lavoro la risposta è sorprendente: “sto affrontando un momento molto difficile, l’ambiente e la rete di amicizie che ho creato con il gruppo di colleghi mi da molta forza. Temo che andarmene non mi offre lo stesso supporto e la fiducia che ho costruito in qui in tanti anni”.

A l contrario Miguel è un ragazzo che ama il suo lavoro ma ha preferito lasciarlo proprio perché i rapporti con i colleghi si erano fatti troppo tesi: “avevo un ruolo prestigioso, comodo e sicuro ma ho preferito lasciarlo perché il rapporto con i colleghi era diventato insostenibile. Non c’era fiducia, l’ambiente era molto competitivo, mi ero isolato e avevo perso totalmente la motivazione”.

Tuttavia, il vero motore di innovazione, conservazione dei talenti e dei dipendenti connessione emotiva e la società è un concetto nuovo, detto building bridge, costruzione del ponte, una strategia gradualmente introdotta nelle organizzazioni. Si tratta di una tecnica per promuovere i legami di cooperazione e di amicizia tra i dipendenti dei diversi dipartimenti al fine di trovare approcci e proposte che facilitino l’interazione. Oltre a migliorare i profitti aziendali, questa metodologia sostiene l’idea che il benessere emotivo dei lavoratori e il loro rapporto di fiducia.

Redazione Fedaisf

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