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Rimborsabile anche in Italia empagliflozin per il diabete di tipo 2

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha concesso la rimborsabilità per empagliflozin, sviluppato da Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company, per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, per monosomministrazione giornaliera in compresse da 10 e 25 mg.

Empagliflozin, che aveva ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte della Commissione europea nel maggio 2014, appartiene alla classe degli inibitori del SGLT2, proteina trasportatore responsabile di circa il 90% del riassorbimento da parte del rene del glucosio filtrato dal sangue. Nelle persone con diabete di tipo 2 si osserva una sovraespressione di SGLT2, che contribuisce all’innalzamento dei livelli glicemici.

Empagliflozin riduce la capacità del rene di riassorbire il glucosio, inducendone l’escrezione attraverso le urine, con il vantaggio di ridurre i valori glicemici e l’HbA1c ed indurre una perdita di peso e la diminuzione della pressione arteriosa.

«La terapia del diabete tipo 2 si arricchisce di un altro inibitore del riassorbimento renale di glucosio» commenta Stefano Del Prato, direttore dell’Unità di Malattie del metabolismo e diabetologia al Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa. «Questa classe di farmaci ha ribaltato un vecchio concetto che noi medici avevano imparato sui banchi – precisa – e cioè che la glicosuria era un indice di scompenso glicemico. Ora l’eliminazione di glucosio attraverso il rene assume una connotazione positiva».

Healthdesk

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