22/10/2012 – a cura di FilmFilm.it
Pur di vendere un prodotto si e’ disposti a tradire valori etici ed umani e "se il prodotto e’ un farmaco, il livello di contraddizione aumenta in modo esponenziale". Il regista Antonio Morabito racconta l’intento che lo ha guidato nella scrittura del soggetto de Il Venditore di medicine.
Un film da lui diretto che sara’ nelle sale nella prima meta’ del 2013 e le cui riprese stanno per essere ultimate proprio in questi giorni, a Bari, in Puglia
Regione al centro dell’inchiesta che riguarda proprio la gestione della sanita’. Ma i fatti di cronaca, ci tiene a precisare, "non c’entrano con il film".
Di certo, pero’, fa un certo effetto sapere che la pellicola che stanno girando in questi giorni tocca questioni cosi’ assonanti con i recenti scandali, incluso quello avvenuto in Liguria dove un’indagine sul presunto conferimento di ormoni a bambini in cambio di regalie ha coinvolto cinque medici.
Quello che Il venditore di medicine fa emergere con forza e’, pero’, una situazione drammatica che coinvolge settori e aziende del tutto diversi: "Intanto – sottolinea Morabito – non e’ un’inchiesta giornalistica, e’ un film su un personaggio, Bruno (interpretato da Claudio Santamaria), informatore scientifico, che si trova in un momento di grande difficolta’. La sua azienda sta licenziando e il suo capo area, Giorgia (Isabella Ferrari), esercita su di lui una pressione fortissima affinche’ lui aumenti la produttivita’. Cosa che, nel caso specifico, si traduce in un invito per i medici alla iper prescrizione di farmaci".
Non solo.
"Il capo area, figura inquietante, lo controlla costantemente e lo spinge ad essere sempre piu’ veloce. Elementi – fa notare il regista – che accomunano tutti i settori, tanto che il film avrebbe potuto essere ambientato in un’altra azienda o settore".
Morabito naturalmente non si sbilancia sul finale del film, ma non esita ad esprimersi piu’ in generale su un comportamento