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Lettera aperta di Luciano Ferrarini a Scaccabarozzi

Gentile Dott. Massimo Scaccabarozzi,

possibile che ad aziende così penalizzate non stia a cuore la sorte di migliaia di dipendenti o collaboratori, ma si trastulla con cessioni di ramo di azienda? Possibile che non sia pensabile sponsorizzare e organizzare legittimamente una grande manifestazione a Roma contro il massacro del comparto farmaceutico? Possibile che non vi rendiate conto della limitazione della libertà individuale sulla scelta del farmaco? Ad esempio: se il mio medico mi prescrive atenololo, il mio farmacista mi può propinare un generico di azienda sconosciuta, magari prodotto in Cambogia, sul quale però ha con probabilità extrasconti interessanti…Io, avendo avuto (fatto reale) problemi di tachicardia con generici, li rifiuto e voglio il Tenormin pagando la differenza, invece il farmacista potrebbe non fornirmelo più, ripeto: anche se pagassi la differenza, in quanto il medico non ha specificato il farmaco brand. Se io fossi invece un nuovo paziente e il medico volesse iniziare una terapia con l’atenololo, con il decreto appena approvato lo stesso medico è obbligato a prescrivere il principio attivo ed il farmacista, quindi, dovrebbe darmi un generico a suo piacimento che potrebbe cambiare continuamente in base al suo interesse commerciale: se fossi acculturato, per la mia salute, pretenderei il Tenormin e, perciò, non correrei il rischio di avere gli sbalzi di frequenza dovuti ai continui cambiamenti del generico da parte del farmacista. Stendiamo un velo pietoso sulla richiesta "GIUSTA MOTIVAZIONE" per poter scrivere, dai medici, "NON SOSTITUIBILE": i solerti e cointeressati (premi?) burocrati degli Uffici Farmaceutici sono già pronti a contestare qualsiasi giustificazione con estenuanti contenziosi. Possibile che in uno stato, che a parole è liberista, si accetti che ci sia un comparto, quello dei FARMACI GENERICI, che è in mano per il 95% a ditte straniere, protetto e non soggetto alla concorrenza che invece potrebbe finalmente migliorare anche il farmaco generico stesso? E’ giusto permettere che il farmacista, per sete di guadagno, faccia di tutte le aziende genericiste (alcune, poche, valide) di ogni erba un fascio? Potremmo magari chiedere all’incompetente Ministro (ha mai fatto azienda? ha mai creato un posto di lavoro?) di proporre pure il salame generico, le albicocche generiche, la carta igienica generica, l’utilitaria generica, ecc, ecc…. questi beni genericizzati potremmo proporli sul mercato senza IVA o detraibili dall’Irpef per renderli più appetibili… Insomma: l’Italia sarebbe un esempio di neo nuovo stato sovietico. Per favore: una volta tanto… battiamo i pugni sul tavolo e non dimostriamoci succubi di poche aziende (hanno già abbandonato il medico di base…) che con la storia delle super specialità ospedaliere e per malattie rare, vogliono indirizzare le risorse sui propri prodotti incrementando così la spesa farmaceutica ospedaliera; e gli stessi pazienti… una volta dimessi dall’ospedale, si arrangino! Sono 40 anni che lavoro nel settore e non ho mai visto un comparto così rassegnato come quello farmaceutico. Difendiamoci dagli incompetenti! Desidererei una risposta.

11 agosto 2012

Luciano Ferrarini

 

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