Pronti i controlli negli ospedali. Prima riunione di un pool di medici per monitorare il consumo sui pazienti malati di tumore
MILANO – Giro di vite del Pirellone su una voce della spesa sanitaria sconosciuta ai più, ma nella quale rientrano cure salvavita: il suo nome, file F , indica una serie di medicinali ultracostosi per curare i tumori, l’Aids, l’emofilia, le malattie rare, i problemi legati ai trapianti. Sono farmaci acquistati direttamente dagli ospedali, ma che i pazienti normalmente assumono a casa. Adesso, in nome del pareggio del bilancio sanitario, l’assessorato alla Sanità invierà agli ospedali una circolare in cui s’annunciano verifiche puntuali da parte dei Noc (i nuclei operativi di controllo dell’Asl) sulla correttezza del loro uso. L’arrivo del documento è stato annunciato negli scorsi giorni ai diretti interessati.
LA RIUNIONE – Proprio mercoledì , invece, si è riunito per la prima volta in Regione il cosiddetto «gruppo di lavoro per lo studio dell’appropriatezza» sull’utilizzo dei farmaci ad alto costo. È composto da un pool di una decina di oncologi ed ematologi della Lombardia, tra cui Roberto Labianca, primario dell’ospedale Riuniti di Bergamo e presidente del Collegio italiano dei primari medici oncologi ospedalieri (Cipomo).
L’obiettivo è tenere i conti sotto controllo. Così i Noc dovranno esaminare, cartelle cliniche alla mano, l’uso dei medicinali ultracostosi per scoraggiare eventuali abusi, con spreco di risorse pubbliche. Le Asl dovranno monitorare l’85% delle prescrizioni dei file F e confrontarle con le indicazioni fornite dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
IL DILEMMA – I medici sono chiamati a una sfida ancora più delicata: sulla bilancia dell’appropriatezza dell’uso dei file F vanno a finire