Fino a cinque anni fa era un ‘esercito’ di 35 mila persone. Oggi, si ritrovano quasi dimezzati: 20 mila informatori scientifici del farmaco operano nel nostro Paese, fra contratti atipici e l’ombra del fiume di licenziamenti che ha colpito la categoria. "Sono stati tagliati 15 mila Isf nell’ultimo quinquennio. Ed altri toccherà la stessa sorte nel futuro. Eppure, il settore farmaceutico vanta fior di bilanci finanziari".
E’ la denuncia di Carmelo Carnovale, presidente nazionale di Federaisf, la Federazione delle associazioni di informatori scientifici del farmaco che a Napoli si è riunita per il I Congresso nazionale sul tema: ‘Il servizio di informazione scientifica sui farmaci: morale ed etica, economia e marketing’, presso l’aula magna della Facoltà di Farmacia dell’Università Federico II. "Il problema del taglio occupazionale non è l’unico che abbiamo – dice Carnovale a Pharmakronos – si affianca ad esempio a quello legato alla mobilità: sono soldi che lo Stato concede a imprese che non sono in crisi, ma hanno conti in attivo. Ci sono aziende che chiudono intere linee di informazione scientifica privando concretamente i medici e soprattutto i cittadini di un servizio che è previsto per legge e non è certo un ‘optional’: la nostra attività, fra le altre cose, contribuisce alla farmacovigilanza".
"Il medico infatti – spiega – può facilmente comunicare all’Isf, durante le sue visite, eventuali effetti collaterali non osservati durante gli studi sul medicinale. Invece le aziende tagliano. Oltretutto, senza pensare che, quando l’Aifa stabilisce il prezzo di un farmaco, lo fa tenendo conto di una serie di costi, compreso quello dell’informazione scientifica. Se non la si fa, si dovrebbe abbassare il prezzo".
Quello dell’informazione scientifica del farmaco è comunque un mondo che interessa i giovani, "tanto che organizziamo il nostro congresso in una università, dove all’interno della Facoltà di Farmacia c’è un corso dedicato proprio a questa professione" evidenzia Carnovale. "I docenti – assicura – ci dicono che i ragazzi sono appassionati e hanno voglia di accedere a questa attività.
Certo, se le aziende continuano a tagliare, non si capisce come potranno essere inseriti nel mondo del lavoro. Eppure, la domanda di Isf ci dovrebbe essere per legge".