PRATO. Etichettarli come degli scocciatori, quando si è in sala d’attesa dal medico ad aspettare il proprio turno, ormai è quasi un luogo comune. Ma gli informatori scientifici del farmaco quando sembrano "saltare la fila" per fare visita ai medici, lo fanno per lavoro. Il loro compito è proprio quello di illustrare le caratteristiche terapeutiche e gli effetti collaterali dei farmaci, al fine di assicurarne un corretto impiego. A dirla tutta, di questi tempi, nel settore qualcuno non se la passa neanche troppo bene. Molti negli ultimi anni sono stati licenziati dalle aziende farmaceutiche e anche chi lavora, lo fa con contratti saltuari, a termine o talvolta a provvigioni o a chiamata. Anche gli stipendi sono cambiati rispetto al passato: in media un informatore, prende dalle 700 ai 1200 euro al mese. A Prato per tutelare gli interessi di questi professionisti si è costituita, sulla base della precedente Federisf, la nuova FederInformatori. Un’associazione senza scopo di lucro, nata con l’obiettivo di informare e tutelare questa categoria, riconosciuta dal sistema sanitario regionale e nazionale, ma penalizzata dalla crisi e dalle industrie farmaceutiche, ancora tra le poche a chiudere i bilanci, a fine anno, in positivo. «Vogliamo far sapere che ci siamo – spiega il presidente Roberto Nunziati – e invitiamo tutti gli informatori ad entrare a far parte del gruppo. Abbiamo in progetto di ingrandirci, stiamo fondando sezioni in altre province. Il nostro è un servizio pubblico, che non sempre ci viene riconosciuto. In Italia e anche a Prato i licenziamenti sono stati molti. Siamo professionisti altamente qualificati, ma per la nostra categoria non c’è un adeguato riconoscimento. Molti ci vedono come dei venditori, ma noi non vendiamo niente. Ci aggiorniamo continuamente per informare i medici. Le operazioni di marketing non ci riguardano». «Anche la situazione contrattuale non è delle più rosee – aggiunge il vice Antonello Dallegno – Esistono almeno una trentina di contratti di lavoro per gli informatori scientifici di farmaci, e soprattutto per chi comincia non ci sono garanzie. Inoltre nonostante il servizio che prestiamo, non siamo mai stati riconosciuti come ordine professionale. Motivo in più per creare una nostra associazione. Gli addetti ai lavori e i medici ci hanno dimostrato solidarietà, ma noi vogliamo far conoscere la nostra situazione anche ai cittadini. La sanità riguarda tutti». Chi volesse ricevere maggiori informazioni o iscriversi può contattare il numero 338 3994199.
17 ottobre 2011 Miriam Monteleone