Riceviamo e pubblichiamo.
Monza – Uno sciopero per ridurre la distanza tra le parti. È questo il segnale che i lavoratori intendono recapitare a Roche, visto lo stallo della trattativa tra l’azienda e i sindacati, che martedì scorso ha fatto registrare una nuova fumata nera. E non sarà semplice trovare un punto di incontro nemmeno nei prossimi incontri previsti in Assolombarda, dove le parti dovranno cercare di raggiungere una sintesi nel mese di marzo, in un confronto che si preannuncia serrato.
Lontana, infatti, appare l’intesa sulla proposta economica che, secondo Giuseppe Bottari della rsu di Roche, «non è nemmeno arrivata a metà di quello che chiediamo». E la soluzione non sembra all’orizzonte: «Martedì scorso avrebbe dovuto essere la giornata decisiva – ha confermato Paolo Ronchi di Cisl Monza e Brianza – ma la trattativa dovrà necessariamente andare avanti ancora». E proprio per dare un’accelerata, i lavoratori sciopereranno lunedì prossimo, 28 febbraio: saranno organizzati un presidio che si terrà davanti alla sede monzese dell’azienda in via Stucchi. Occasione per la quale sono attesi informatori farmaceutici di Roche da tutta Italia.
D’altra parte, invece, non sono filtrate altre notizie sullo stato della trattativa: ancora un mese fa Cgil e Cisl avevano avanzato la proposta di aprire la mobilità allargandola a tutta la rete degli informatori, contemplando quindi l’eventualità che qualche lavoratore possa chiedere volontariamente di lasciare l’azienda facendo diminuire di conseguenza il numero degli esuberi, ma di fatto – allo stato attuale della situazione – non è ancora noto se l’azienda abbia accettato la proposta dei sindacati. Quella che è iniziata lo scorso dicembre in Roche è la seconda ondata di tagli in tre anni, che prevede 150 esuberi, circa 6 mila tagli in tutto il mondo soprattutto tra gli informatori medico-scientifici. Interessata anche la sede monzese con 30 dipendenti risultati in esubero, compresi 5 dirigenti.
Roche Italia oggi conta complessivamente 1.178 dipendenti, di cui 400 nella sede di Monza e 380 in quella di Segrate; il resto – circa 400 persone – è costituito dagli informatori che lavorano su tutto il territorio nazionale, ma che sono sotto contratto con la sede brianzola. Con la nuova ondata di tagli prevista sale così a 250 il numero di esuberi imposto da Roche negli ultimi tre anni, sommando ai 150 di oggi i circa 100 del 2007, (50 effettivi dopo la trattativa sindacale). Secondo Roche, però, il mancato accordo con Quintiles – azienda farmaceutica americana con cui era stata intrapresa una trattativa per una cessione di un ramo d’azienda, poi sfumata – avrebbe potuto dare un’altra dimensione al numero degli esuberi italiani.
Luca Scarpetta