Lucia Aleotti
Dopo il blitz dei Nas e dell’Agenzia delle entrate negli uffici del Gruppo Menarini, che ha portato stamani al sequestro di denaro e beni per 1 miliardo nell’ambito di un’inchiesta sulla casa farmaceutica avviata già dal 2009, Lucia Aleotti, membro del comitato esecutivo del Gruppo e figlia del presidente Alberto Aleotti, interviene assicurando l’assenza di danno per il Servizio sanitario nazionale e per i cittadini. "L’ipotesi accusatoria principale – scrive – è che Menarini abbia acquistato materie prime a prezzi maggiorati e da questi sia derivato un prezzo di alcuni farmaci più alto del dovuto. Pur nel doveroso rispetto degli organi inquirenti – premette – non possiamo non rilevare come tale ipotesi sia assolutamente priva di ogni fondamento, in quanto il prezzo dei farmaci è determinato dalle autorità competenti solo ed esclusivamente sulla base della loro efficacia e valore terapeutico, senza alcuna possibilità di includere, in tale valutazione, il costo delle materie prime. Non vi è quindi alcun danno per il Ssn né per i cittadini". "Prendiamo inoltre atto – aggiunge – di quanto riportato dalla stampa relativamente a ipotetiche richieste, peraltro a noi non notificate, di interdizione dai rapporti con la Pubblica amministrazione o di commissariamento dell’azienda stessa. Pos-siamo solo commentare che si tratterebbe di richieste che, in una fase preliminare senza alcuna discussione di merito sulla fondatezza delle accuse, avrebbero conseguenze molto pesanti, se non irrimediabili, non solo per l’azienda ma anche per tutti i dipendenti. Dipendenti che solo in Italia sono quasi 4.000 oltre a 9.000 di indotto e che con le loro fami-glie, anche nel momento attuale di crisi economica, hanno visto sempre e comunque tutelato il loro lavoro", conclude.
Ileana Sciarra – Pharmakronos – 29 novembre 2010