CHICAGO – E’ grande quanto un globulo rosso, ma è molto, molto più semplice: è una cellula artificiale, creata in laboratorio, che misura dieci millesimi di millimetro. Un giorno, dicono gli esperti, cellule di questo tipo potrebbe servire, una volta iniettate nell’organismo, a fabbricare farmaci per curare malattie. Per ora è soltanto un modello, presentato al meeting annuale dell’American Society for Advancement of Science in corso a Chicago. «La cellula – ha detto Christine Keating professore di chimica alla Pennsylvania State a Philadelphia – è una struttura molto ben organizzata e questa organizzazione è fondamentale per il suo funzionamento. Ma non sappiamo ancora come si crea». Per capirlo, dunque, si deve partire da un modello-base, una pseudo-cellula costruita con semplici molecole. Normalmente una cellula è composta da una membrana e da un citoplasma che la riempie: in questo citoplasma si trovano macromolecole di vario tipi e organelli, come i mitocondri, che servono per il suo funzionamento.
UN PROTOTIPO – Per costruire il prototipo artificiale i ricercatori hanno usato sostanze lipidiche liofilizzate e le hanno messe in una soluzione di acqua contenete due polimeri, il Peg, (il polietilenglicole) e il destrano (un polimero di zucchero). I lipidi si sono organizzati in vescicole che si sono riempite delle due sostanze. La cosa curiosa, però, è che le due sostanze si sono collocate in due parti distinte della vescicola, un po’ come succede per le molecole contenute nelle cellule «vere» dove certe reazioni avvengono in zone precise del citoplasma. I ricercatori, quindi, pensano che certi processi cellulari possano essere controllati proprio intervenendo sulla posizione delle molecole nel citoplasma. Come? Usando le forze osmotiche, il riscaldamento, il raffreddamento.
«MINIME» FORME DI VITA – La strada è appena cominciata (altri ricercatori hanno già studiato l’inserimento di geni in vescicole di lipidi, hanno trapiantato il nucleo di un microrganismo nella cellula di un altro, hanno creato un cromosoma artificiale) e questa ricerca ha l’obiettivo di creare, in futuro, nuovi tipi di terapia. Diversi da quelli classici che prevedono la somministrazione di un farmaco a un malato più volte al giorno. Con le cellule artificiali si potrebbe pensare di fabbricare direttamente nell’organismo i farmaci, magari sfruttando e modificando sostanze già presenti nell’organismo stesso.
Adriana Bazzi
15 febbraio 2009