Roche, gigante svizzero della farmaceutica, ha chiuso un buon primo semestre 2007 in Italia. Ma la crescita sarebbe stata decisamente più marcata se non vi fosse stata l’onda dei ripetuti tagli ai prezzi. «L’industria farmaceutica – conferma Maurizio de Cicco, amministratore delegato di Roche Spa – nel nostro Paese continua a registrare difficoltà, soprattutto per i numerosi tagli ai prezzi effettuati e per la mancanza di un contesto di riferimento stabile».
Le cifre indicano quanto sta accadendo. Nella prima metà di quest’anno Roche Spa, che è appunto il ramo farmaceutico italiano del gruppo, ha realizzato nella Penisola un fatturato di 450 milioni di euro (+12% rispetto allo stesso periodo del 2006). Roche Diagnostics Spa, l’altro ramo italiano del gruppo, dal canto suo ha registrato un fatturato pari a 202 milioni di euro (+4%).
Nel campo dei farmaci l’effetto instabilità si è fatto sentire. Si puo’ capire dalla differenza con il tasso di incremento del fatturato della divisione farmaceutica Roche a livello mondiale in questi primi sei mesi: +18% in valute locali. Ma si puo’ capire ancor più dalle stime che Roche Spa fa sui mancati ricavi sul mercato italiano, a causa del sistema dei prezzi: 35 milioni di euro in meno di fatturato nella prima metà del 2007. In pratica, oltre il 7% in meno rispetto ai 450 milioni di euro messi in archivio. «Considerando che è difficile un cambiamento dello scenario nella seconda metà dell’anno – afferma Maurizio de Cicco – riteniamo che alla fine del 2007 in effetti vi potrebbero essere per noi minori ricavi dell’ordine di 70 milioni di euro». I riflettori del gruppo Roche come di gran parte dell’industria farmaceutica attiva in Italia sono ora puntati sugli spiragli che sono comparsi nell’ultima fase e che potrebbero portare forse a qualche cambiamento quantomeno a partire dall’anno prossimo.
Gli spiragli sono legati al tavolo di dialogo a cui sono presenti Governo, istituzioni, industria farmaceutica, e alle proposte di modifica del sistema attuale dei prezzi. «C’è bisogno – dice de Cicco – di un reale riconoscimento nei confronti di chi produce innovazione e salute. E di un sistema di prezzi che ci consenta di non navigare a vista, che ci permetta di pianificare a medio termine. Speriamo che si proceda».
Il gruppo Roche impiega in Italia circa 1.900 addetti, di cui oltre i due terzi nel ramo farmaceutico. Il gruppo vuole continuare ad investire ed a svilupparsi nella Penisola, ma vorrebbe anche un quadro di maggiori certezze, per poter fare i suoi passi nella ricerca e nella produzione anche sul versante del mercato italiano. Da Il Sole 24 Ore del 14/08/2007 Lino Terlizzi ECONOMIA E IMPRESE p. 16
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