E’ un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che “costa sempre più ai cittadini” quello che, secondo la Federazione nazionale dei medici di medicina generale (FIMMG), è uscito per cinque anni dal Governo del Centrodestra. Serve una maggiore capacità di governare i processi della sanità, altrimenti il SSN muore. Il bilancio della passata legislatura, da parte del segretario nazionale della Fimmg, Mario Falconi, è semplice. E’ la legge sul fumo il provvedimento della CDL in materia sanitaria che ha raccolto il maggior consenso. Un altro riconoscimento, va all’incremento del Fondo sanitario nazionale, anche se la percentuale non è stata sufficiente a garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA). Per il resto il quadro è a tinte fosche. Le liste d’attesa sono quello che sono. Viene sottolineato il dramma delle famiglie che devono affrontare da sole, senza alcun sostegno, l’assistenza di un parente non più autosufficiente. L’analisi di Falconi è semplice: “Ci siamo americanizzati”. La conseguenza, per Falconi è l’arretramento dell’Italia nella classifica stilata qualche anno fa dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui il Belpaese poteva vantare un lusinghiero secondo posto nella lista dei Paesi con il migliore servizio sanitario. Qual è, allora, la ricetta per il futuro, per il Centrosinistra? Falconi suggerisce le linee su cui il prossimo governo dovrebbe muoversi: riconvertire gli ospedali, diminuendo i posti letto per acuti e dando spazio invece alla medicina del territorio, medici reperibili h24, coadiuvati da specialisti ed equipe per non lasciare mai solo il cittadino, ma soprattutto un potenziamento dell’assistenza domiciliare, e in strutture alternative alle abitazioni.
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