“Poichè essendo ‘dipendenti delle aziente produttrici di farmaci sono prigionieri di ogni tipo di pressione. L’ultimo decreto legislativo confonde l’informazione scientifica con la pubblicità'” ha detto il presidente nazionale dell’Aiisf (Associazione italiana informatori scientifici del farmaco)
All’interno di una società “dovrebbero rispondere al Servizio scientifico, invece dipendono dal Servizio marketing”, risultando quindi ‘prigionieri’ di “ogni tipo di pressione”.
Angelo De Rita, presidente nazionale dell’Aiisf (Associazione italiana informatori scientifici del farmaco), commenta così le accuse ai 18 informatori inquisiti nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza di Milano che ha portato all’arresto di tre dirigenti del gruppo italiano Recordati. “La cosa mi addolora molto – spiega De Rita – considerando che da sempre ci battiamo affinchè la categoria degli informatori possa affermare la propria dignità professionale”. Ma “siamo anche profondamente delusi dalle istituzioni, in particolare dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dal precedente governo”, precisa.
Al nuovo governo “chiediamo una legislazione ad hoc, correttezza e coerenza”, è l’appello del numero uno dell’Aiisf. “Il decreto legislativo con cui la passata legislatura ha recepito una direttiva comunitaria – protesta De Rita – confonde infatti in modo assurdo informazione scientifica e pubblicità. E non capiamo come il direttore dell’Aifa possa permetterlo”, conclude.